Raffaele De Grada - silla Ferradini

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Raffaele De Grada

Silla Ferradini
scultore senza schemi
Raffaele De Grada
Cenno critico per la rivista culturale della Cariplo
“Ca de sass”- 11° 91- Settembre 1985

Sempre più mi convinco che gli autori di cui vale occuparsi sono quelli che escono dagli schemi che hanno involuto l'arte degli ultimi decenni. Uno di questi è lo scultore Silla Ferradini, un artista che riparte da zero, che annulla le tendenze che stanno a monte. Silla Ferradini, viene dalla letteratura, ha peifino pubblicato un romanzo dal suggestivo titolo I fiorì chiari.
Questo suo disimpegno gli deriva dal non essersi formato negli intrighi del mestiere, ma dall'essere approdato all' arte della scultura per libera scelta e vocazione, in piena autonomia di operosità. Da questa sua libera scelta
deriva la sua ancora scarsa celebrità, non voluta da lui, non ricercata.
ll discorso discende dalla diversità morale e di costume dí Silla Ferradini alla pratica della sua scultura: queste sue statue lucide e svettanti, così eleganti nella loro essenza bronzea o marmorea, non somigliano a quelle di nessuno. Con ciò non si dice che Silla non  faccia parte di una cultura, che non sia uno scultore di tipo modemo. Della modernità Silla ha accettato la grande purezza della forma, la volontà di mantenere la netta immagine dell'uomo nella sua concezione visuale.
Come pochi altri scultori Silla sente la castità della scultura che rappresenta la massa degli uguali: di qua le figurine tutte uguali, come in un allineamento ginnastico su una spiaggia, di là birilli infilati come cartucce in una base di travertino, come a dire che una folla, una massa equivale a L'appostazione di birilli. Proprio così. Dire che Silla non appartiene a una tendenza non vuol significare che egli non faccia parte di una cultura. È la cultura che si è manifestata negli ultimi decenni come reazione all' espressionismo, all' arte dell' angoscia, alle superfici ruvide elavorate irrazionalmente. La sua preferenza è per costruzioni preziose quasi gioielli incastonati in anelli ferrei, magie metalliche gentilmente piegate su lame ondulate, monoliti sorvegliati da figurette sacrali hanno altra gíustificazione se non l'aspetto formale nuovissimo con cui è trattatl'acciaio e la figurazíone di queste statuette che si immergono nei pannelli medesimi. L'acciaio fornisce un ambiente di particolare luminosità, che ricorda riti di religioni orientali, a queste statuette ripetute, anch' esse in posa ieratica. Silla è un maestro dell' acciaio, che piega ad esaltazioni di materia, trasformandolo. Ma è anche un modo, questo della continua modificazione della materia, di uscire dalla ripetitività di tanta scultura moderna. E, nella sua personale modestia, Silla Ferradini c'è riuscito.



 
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